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Mediterranean Hope

Un progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi)
Il progetto Mediterranean Hope nasce dalla consapevolezza della drammaticità delle migrazioni via mare dai paesi del Nord Africa verso le coste siciliane e, in particolare, dell’avamposto più meridionale costituito dall’isola di Lampedusa.
Fonti internazionali accreditate ipotizzano la tragica media di un morto al giorno in queste migrazioni in gran parte gestite dalla criminalità organizzata. Negli anni il Mediterraneo è così diventato un gigantesco cimitero che, secondo l’Osservatorio Fortress Europe, dal 1988 ha accolto quasi ventimila persone morte lungo la rotta verso l’Italia. La risposta istituzionale a questa tragedia è stata sin qui inadeguata e carente, decisamente al di sotto di fondamentali standard umanitari: solo di recente, dopo la strage dell’ottobre 2013 in cui morirono quasi quattrocento migranti a poche miglia da Lampedusa, è stato attivato un programma di soccorso in mare.
La FCEI, d’intesa con la Tavola valdese, si è sentita interpellata da questa situazione e ha deciso di avviare un progetto umanitario e sociale, teso all’accoglienza e all’avvio all’integrazione dei profughi che intendano restare in Italia.
La FCEI, riconoscendo l’impegno e l’esperienza di centri evangelici, chiese, sorelle e fratelli nel settore delle attività sociali così come la sensibilità dell’evangelismo siciliano per questi temi, confida che il progetto possa essere assunto a livello regionale come frontiera di una nuova testimonianza comune.
Struttura del progetto
Il progetto Mediterranean Hope intende contribuire ad affrontare l’emergenza umanitaria connessa con i flussi migratori irregolari via mare. Il progetto si struttura in due unità strettamente correlate, ciascuna delle quali comprende anche finalità dell’altra: una centrata sull’accoglienza e l’altra sull’informazione e l’azione politica di denuncia delle violazioni dei diritti umani dei migranti e della mancanza di norme in materia di diritto d’asilo.
Osservatorio/base operativa a Lampedusa che curi 1) rapporti con le istituzioni locali, regionali e nazionali 2) rapporti con la popolazione locale 3) i rapporti con l’associazionismo locale, regionale e nazionale 4) l’invio di info-news sugli sbarchi e la condizione dei lavoratori immigrati irregolarmente 5) la costruzione di reti nazionali per l’infosharing, la seconda accoglienza, la mobilitazione politica e la sensibilizzazione culturale; 6) l’organizzazione, la formazione e la gestione dei volontari
Centro di accoglienza a Scicli (RG), per l’ospitalità di circa 40-50 persone. Oltre che attività di accoglienza, orientamento e formazione, il Centro promuoverà programmi sociali interculturali aperti alla popolazione locale.
(FCEI, giugno 2014)
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